Siamo già in aprile, ma quest’anno a causa del Covid-19 non mi sto per nulla godendo la mia amata primavera.
Vivo in un appartamento senza giardino e senza balcone; l’unica cosa che posso permettermi è una ventata di aria fresca dalle finestre, ascoltando qualche uccellino che cinguetta. 🐦
Ma non mi do per vinta.
Come probabilmente riportato dal famoso filosofo britannico di nome Francis Bacon (che non è l’inventore della pancetta grigliata), “se non possiamo andare dalla primavera, sarà la primavera a venire da noi” (ah no! Forse non faceva così 😄) ho deciso, con questa particolare ed insolita ispirazione di portare in casa un po’ di bella stagione.
Ma come, se non si può uscire?
In questi giorni di quarantena, che io preferisco chiamare “giorni per migliorarci”, sto pensando molto alla mia vita, a quello che ho fatto finora ed a cosa posso fare per non vanificare il tempo a disposizione in attività inutili e poco salutari, tipo maratone davanti alla TV con la mano immersa nei popcorn, sorseggiando bevande gassate in calici da 1 Litro.
So cosa stai pensando, che questo scenario non è poi così male e fino a qualche anno fa ero della tua stessa idea, ma ora ho tratto benefici facendo altro, in particolare da quando mi sono appassionata alla pratica della meditazione, mi ritrovo spesso immobilizzata in zone remote della mia casetta con gli occhi chiusi rilassata a pensare. 😄
E mentre penso, ricordo spesso con molto piacere la mia infanzia, la mente inizia a fare collegamenti assurdi e viaggiare indietro nel tempo, esattamente negli anni in cui giocavo a nascondino tra le ortensie di mamma e papà, come immortalato in questa mia Polaroid all’età di 4 anni.
Sì, perché nel giardino dei miei genitori, ce n’erano davvero tante e di tutti i colori.
Restavo come incantata dalle diverse sfumature di ogni singolo fiore, composto a sua volta da taaaanti piccoli fiorellini.
I bellissimi ricordi legati alla mia infanzia, a cui sono molto legata, hanno contribuito a farmi diventare la persona che sono. Ora, con qualche anno in più sulle spalle, è come se avessi mantenuto lo sguardo sorpreso e puro dei bambini.
Mi sono sempre chiesta da quanti petali, che in seguito ho scoperto chiamarsi sepali, fosse composto il fiore grande, ma solo ora mi sono soffermata a capire come Madre Natura si sia ingegnata nel progettare una pianta così complessa.
E sai come e perché me ne sono accorta? Perché ho dovuto studiarla più nel dettaglio, visto che improvvisamente ho sentito il forte bisogno di realizzarne una in carta! 😄
Fermi tutti! Voglio fare una piccola precisazione: hai letto la pagina conosciamoci del Blog?
Se non lo hai ancora fatto, ti riassumo brevemente quando è nata la mia passione per la carta. 😊
Correva l’anno 2012 quando, per gioco, ho ritagliato il mio primo fiore; inizialmente non immaginavo quali potenzialità avesse questo materiale ma, con il passare dei giorni, la curiosità mi ha spinta a sperimentare sempre più, portandomi a creare accessori ogni volta diversi. Sono passata dal fare occhiali, fino a costumi per il carnevale di Venezia, soffermandomi ora su tutto ciò che riguarda il mondo della casa e delle feste o, più in generale, degli allestimenti.
Ma torniamo all’ortensia in carta.
Devi sapere che per celebrare ogni stagione o festività, allestisco molti dettagli della casa con particolari a tema. In questo periodo che sta sconvolgendo le nostre vite nel bene o nel male, ne ho sentito ancor più l’esigenza.
La scelta di realizzare un’ortensia ci ha messo davvero pochissimo ad entrarmi in testa, ma ancora più veloce è stato lo scoraggiamento al pensiero di dover tagliare, modellare ed incollare centinaia di sepali; 🥴 poi mi sono detta, perché rinunciare? Portare a termine questa piccola sfida, mi avrebbe arricchito sotto tanti punti di vista, oltre che a farmi venire un po’ di calli alle mani. 😄
E così ho iniziato a progettare il fiore attraverso 3 fasi che accomunano tutti i miei lavori di carta:
- prima fase: mi occupo dello studio approfondito del soggetto, tramite una foto o un campione reale, lo scompongo e disegno le singole parti in grafica vettoriale;
- seconda fase: mi dedico al taglio, all’arte della modellazione ed infine mi occupo di assemblare/incollare tutte le singole parti. Ti assicuro che nel caso dell’ortensia c’è stato parecchio lavoro da fare, tra precisione e… molta pazienza;
- terza fase: mi godo il lavoro e mi compiaccio con me stessa, ripetendo “grazie per averci provato”. 😄 Questa fase è la più piacevole, io che giro senza meta per la casa, alla ricerca della giusta collocazione o del vaso più adatto.
Il fiore ora è pronto!
Per fare un paragone con una pizza Margherita napoletana che, appena sfornata ed impiattata viene decorata con qualche foglia di basilico verde, io al mio fiore di carta ci metto qualche goccia di essenza del fiore stesso (quando la trovo). In questo caso non avendo la possibilità di uscire, ho ripiegato su ciò che avevo in casa ed ora la mia ortensia odora di Joy di Dior 😄
Infine l’ho inserito all’interno di un vaso molto carino ed originale, uno splendido coniglietto di Flying Tiger, un regalo che ho molto apprezzato.
Il risultato lo vedi in foto, il nuovo centrotavola primaverile si abbina perfettamente con il resto del soggiorno!
Adesso sì che è primavera 🌺 ed io mi sento di nuovo bambina. 😊
Conclusioni
Nel tempo, oltre ad aver sperimentato ed appreso diverse tecniche di lavorazione della carta, ho imparato una cosa importante: un accessorio fatto a mano si trasforma da soprammobile a condensato di emozione, fatica e gratificazione. 😊
Ecco perché sono felice, finalmente il mio soggiorno ha il centro tavola che mi ero immaginata e che io stessa ho creato da zero con le mie mani; sarà perfetto anche per la tavola del pranzo di Pasqua.
Se hai letto fino a qui ti ringrazio moltissimo! Se volessi condividere l’articolo o lasciare un commento ne sarei molto felice. 😊
codice articolo: DE20PO-001
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